Vai al contenuto

Emozioni e consapevolezza

    Ti è mai capitato di divertirti a una festa che altri consideravano noiosa? O di sentirti tranquillo alla fine di una giornata di lavoro che per altri sarebbe stata stressante? Lo stesso evento può essere vissuto in modi diversi. In questo articolo parliamo di una modo per calmare la mente e vivere meglio tutti gli eventi della vita.

    Introduzione: Le nostre emozioni
    Le emozioni forti sono occhiali colorati che modificano in modo in cui vediamo le cose. Prendiamo ad esempio l’emozione della tristezza: mentre la proviamo, il mondo intorno a noi sembra triste. Quando siamo ansiosi, il mondo ci sembra pericoloso. Infine, mentre siamo arrabbiati la realtà intorno a noi è estremamente irritante.

    In altre parole, le emozioni forti sono occhiali colorati che ci fanno vedere la realtà in modo distorto e che spesso non siamo consapevoli di indossare. A volte, mentre siamo sotto il controllo di un emozione forte, facciamo cose che ci danneggiano, come litigare col capo o “casualmente” ammalarci quel giorno in cui dovevamo fare la presentazione di cui avevamo paura.

    “Risolvere” il disagio emotivo: pensarci peggiora la situazione
    Quando ci sentiamo agitati la prima reazione è spesso quella di chiederci cos’è che non va e analizzare la situazione. Ad esempio, se ci sentiamo ansiosi, iniziamo a chiederci perché: in un attimo ci vengono alla mente le situazioni che ci preoccupano. Questi pensieri, a loro volta, ci fanno sentire ancora più ansiosi! E così via in un circolo vizioso che danneggia la nostra giornata o il nostro riposo notturno. La mente analitica peggiora il disagio emotivo. Ma la mente è capace anche di essere semplicemente consapevole della realtà, senza la mediazione del linguaggio. Questa è la mente consapevole ed è quella che useremo in questa tecnica di meditazione.

    L’importanza della consapevolezza non giudicante
    Nel 1974 Timothy Gallwey rivoluzionò il mondo dell’allenamento del tennis col suo libro “The Inner Game of Tennis” che diventa rapidamente un best seller da milioni di copie. Ma cosa c’era di così sconvolgente in questo libro? In quegli anni gli allenatori di tennis si concentravano sull’insegnare il “giusto movimento” del braccio ai loro allievi. Timothy Gallwey aveva invece scoperto come fosse molto meglio insegnare a portare la consapevolezza mentale sul braccio, senza concentrarsi sul giudicare dall’esterno se il movimento era “Giusto o Sbagliato”. Imparare a portare consapevolezza non-giudicante sul braccio permetteva agli allievi di trovare da soli il movimento giusto per loro. Negli anni successivi questa pratica si diffuse a tanti altri sport. Negli ultimi 20 anni il movimento della Mindfulness (consapevolezza) ha portato questi concetti in medicina: è ormai largamente provato che le meditazioni di consapevolezza producono effetti positivi sulla salute, sull’umore e sulla performance. (Per approfondimenti vedi http://www.umassmed.edu/cfm/)

    La meditazione di consapevolezza
    Ieri ho registrato un breve pratica di consapevolezza che ho tradotto e adattato da quelle proposte dall’Oxford Mindfulness Center. Si può fare in qualsiasi momento della giornata, ogni volta che abbiamo bisogno di un attimo di pace. Può durare dai 3 ai 10 minuti. Come tutte le meditazioni di consapevolezza, il suo scopo non è semplicemente quello di rilassarsi: praticare questa meditazione aiuta a diventare sempre più consapevoli di sé, dei propri pensieri, delle emozioni, accettando la realtà del momento. Osservando i nostri pensieri e le nostre emozioni ci rendiamo conto che sorgono, rimangono per un po’ e poi se ne vanno. Tutto passa. La serenità che troviamo durante la meditazione ci aiuta a superare i momenti difficili e a godere con maggiore pienezza delle cose che ci piacciono.